“Non si comprende su quali basi Luca Barbareschi sostenga che i teatri privati italiani non avrebbero ricevuto i ristori perché ‘pagano in nero, riciclano i soldi e fanno cose terribili’. Sono affermazioni gravi e Barbareschi farebbe bene a rettificare o a denunciare le presunte irregolarità delle quali è a conoscenza”, lo dice Felice Della Corte, presidente della Associazione Unione Teatri di Roma che raccoglie quasi 50 teatri privati della Capitale, commentando le dichiarazioni fatte da Barbareschi nel corso del programma Non è l’Arena su La7.
“Oggi però quello che occorre non è tanto la vis polemica e istrionica ma la volontà di lavorare insieme, coordinandosi con le istituzioni per superare la emergenza sanitaria, organizzare una ripartenza graduale e ponderata del teatro privato e rilanciarlo correggendo quegli squilibri strutturali, dannosi e iniqui per il settore”.
“Barbareschi,” prosegue Della Corte, “dovrebbe sapere che al momento soltanto 71 teatri privati su circa 700 hanno potuto beneficiare di quei risarcimenti indispensabili alla sopravvivenza di tutti gli esercizi teatrali. E che questo avviene anche a causa dei requisiti nei bandi del Ministero della Cultura, ormai datati e in ogni caso non aderenti alla realtà, anche prima che scoppiasse la emergenza epidemiologica”.
“Come UTR crediamo che sia necessario ridefinire con le istituzioni parametri e requisiti più efficienti in termini di spesa, che abbiano un impatto concreto sul settore, a cominciare dalle modalità di accesso al Fondo Unico per lo Spettacolo. Ci appelliamo, ancora una volta, al Ministro della Cultura”, conclude Della Corte, “perché possa porre quanto prima rimedio agli squilibri esistenti”.
“Del resto queste distorsioni strutturali danno adito a continue dichiarazioni fuorvianti e prive di fondamento, proprio da parte di alcune realtà che hanno potuto beneficiare degli aiuti molto più di altre del settore privato. Barbareschi corregga il tiro e sia al fianco di chi come noi sta combattendo una battaglia di libertà”.